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Dove siamo

Villa Albertina

Dove siamo

Parabita, un paese a due passi dalla Città Bella di Gallipoli e la costa ionica del Salento, in provincia di Lecce.

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COME RAGGIUNGERCI:

In auto
percorrere l'autostrada A14 fino a "Bari nord". Proseguire per Brindisi-Lecce ed arrivati a Lecce proseguire per Gallipoli, sulla Lecce-Gallipoli prendere l'uscita per Alezio/Parabita e proseguire per le indicazioni Parabita. Via Leopardi n.47.

In treno
raggiungere Lecce con le Ferrovie dello Stato e proseguire con le ferrovie sud-est fino a...... In autobus
utilizzare la linea "SalentoinBus" attiva nel periodo estivo che collega il capoluogo a tutti i centri turistici del Salento. In aereo
l'aeroporto più vicina è quello di Brindisi, che dista 60 km circa; da qui proseguire con il treno o l'autobus fino a Parabita.


Da visitare: Castello angioino: Il castello risale al XIV secolo e si deve agli Angioini che lo edificarono per potenziare il sistema difensivo della città. Con l'avvento della famiglia Castriota, feudatari dal 1535 al 1678, la fortezza venne ristrutturata e ammodernata secondo i criteri militari dell'epoca. Tra gli anni 1540-1545, i lavori guidati dall'architetto Evangelista Menga portarono alla demolizione dei vecchi torrioni circolari e alla costruzione di quattro bastioni a pianta laoncelata. L'attuale fisionomia venne data nel 1911 dall'architetto Napoleone Pagliarulo incaricato dal proprietario Raffaele Elia di rendere la fortezza adatta ai bisogni abitativi della famiglia.
Presenta una pianta quadrangolare caratterizzata da una imponente mole centrale decorata con motivi rinascimentali. Pregevole è la corte interna sul quale si affacciano portali a tutto sesto che conducono negli ambienti interni. Le stanze hanno coperture a botte, a botte ogivale, a padiglione. La cappella di famiglia, dedicata a san Francesco d'Assisi, possiede una copertura con cupola su pennacchi sferici.

Basilica santuario della Madonna della Coltura: La basilica santuario della Madonna della Coltura fu ricostruita tra il 1913 e il 1942 su progetto dell'architetto Napoleone Pagliarulo. Sorge su una precedente chiesa degli inizi del XVII secolo, a sua volta sorta sulle rovine di un'antica cappella del XIV secolo. Negli anni '70 del secolo scorso, la Basilica viene consolidata ed ampliata con le cappelle laterali dall'Impresa Gaetano Leopizzi di Parabita, che realizza anche il campanile. Al suo interno è custodito un affresco bizantino dell'XI-XII secolo raffigurante la Vergine col Bambino. L'icona proviene dall'ingresso di una laura basiliana, già esistente nel territorio di Parabita in contrada cultura (che in greco significa pane). L'iscrizione in greco, presente sull'affresco, invoca appunto Maria come la portinaia, custode della laura. Dal luogo del ritrovamento ha preso il nome di Madonna della Coltura. Il tempio fu elevato a santuario mariano diocesano il 15 maggio 1949 dal vescovo Francesco Minerva e innalzato a basilica minore il 1º settembre 1999 da Giovanni Paolo II.

Cripte: Parabita ospita due cripte bizantine: la cripta urbana di Santa Marina e la cripta rupestre del Cirlicì, una cavità naturale trasformata in luogo di culto nel XII secolo. Quest'ultima, situata nei pressi dell'omonimo canale, è costituita da un primo ambiente da cui tramite un breve corridoio si accede ad una seconda stanza più ampia. Sono presenti tracce di affreschi tra i quali risalta un santo Vescovo, forse san Basilio Magno.